Come coltiviamo

Abbiamo la forte convinzione di navigare nel mondo dell’Agroecologia. Non c’è agricoltura senza ecologia. Non c’è agroecologia senza osservazione e imitazione dei processi e degli ambienti naturali.

Il suolo è un essere vivente con una sua memoria, un suo sviluppo e un suo equilibrio. Va osservato, conosciuto, rispettato per migliorarlo e non depauperarlo.

Il nostro obbiettivo è integrare tecniche e metodi diversi, in base alle peculiarità dell’ambiente e del terreno che lavoriamo, partendo dall’esperienza formativa dei soci lavoratori e ispirandoci al “metodo Manenti” ma non solo.

I punti fondamentali che cerchiamo di seguire sono:

  • nessuna concimazione con elementi estranei al campo
  • nessun interramento di sostanza organica fresca
  • rispetto delle stratificazioni del terreno nelle lavorazioni
  • arieggiamento profondo del terreno
  • minima esposizione possibile della superficie della terra agli agenti atmosferici
  • controllo minimo delle erbe spontanee
  • mantenimento della quiete durante la vegetazione degli ortaggi
  • effettuare rotazioni che includano ortaggi, sovesci multi-floreali e riposo.
  • consociare più varietà possibili di essenze (ortaggi, alberi, arbusti) su piccoli appezzamenti

Le lavorazioni

Effettuiamo tutte le operazioni cercando di tener presente le condizioni ideali del suolo. Facciamo particolare attenzione alla “tempera” del terreno, cioè al momento in cui la quantità di umidità è tale da farlo sgretolare il più finemente possibile, senza che si alteri la sua struttura. Abbiamo scelto di usare un trattore cingolato (Fiat 605C Super) che ci permette, grazie all’estensione della superficie di appoggio, di schiacciare il meno possibile il terreno.

  • Trinciatura: con una trincia stocchi trainata dal nostro trattore ad ogni fine coltura trituriamo gli ortaggi e le erbe spontanee e li lasciamo sul posto a decomporsi.
  • Scollettatura: quando la materia vegetale è nella fase avanzata del processo di degradazione e umificazione, passiamo la fresa per scollettare (5/10 cm di profondità) le erbe spontanee,  per ridurne  lo sviluppo.
  • Ripuntatura: usiamo il ripuntatore, un attrezzo dotato di cinque ancore (specie di “denti” inclinati di circa 45 gradi) le quali, penetrando nel terreno (45/50 cm di profondità), permettono di  immettere e immagazzinare aria , senza ribaltare gli orizzonti. Così facendo la struttura del suolo rimane intatta: la parte organica e fertile resta sopra e la parte inerte sotto.
  • Fresatura: prima di seminare o piantumare ripassiamo ancora una volta la fresa (10/15 cm di profondità)  per preparare la situazione più favorevole alla radicazione rapida delle piante.

Gestione dei campi e delle erbe spontanee

I campi sono organizzati in aiuole di 60 cm con dei camminamenti di 20cm.

Questo sistema ci permette di effettuare tutte le operazioni necessarie senza schiacciare il terreno adiacente alle radici, così da lasciarlo morbido e soffice.

In queste aiuole mettiamo le colture, o in monofila o in doppia fila, in base allo sviluppo delle piante.

L’irrigazione viene effettuata attraverso tubi e manichette microforate che portano acqua puntuale alle piante, evitando sprechi.

La presenza di erbe spontanee sui nostri campi è importantissima, ma dobbiamo fare in modo che non sovrastino le colture, quindi cerchiamo di controllarne lo sviluppo facendo delle operazioni di diserbo manuale sulle aiuole. Nei camminamenti passiamo una piccola fresetta.

A colture grandi e ben sviluppate controlliamo il tutto con il decespugliatore lasciando che gradualmente le erbe coprano la maggior parte del terreno.

Abbiamo la forte convinzione di navigare nel mondo dell’Agroecologia. Non c’è agricoltura senza ecologia.
Non c’è agroecologia senza osservazione e imitazione dei processi e  degli ambienti naturali.

Il suolo è un essere vivente con una sua memoria, un suo sviluppo e un suo equilibrio. Va osservato, conosciuto, rispettato per migliorarlo e non depauperarlo.

Il nostro obbiettivo  è integrare tecniche e metodi diversi, in base alle peculiarità dell’ambiente e del terreno che lavoriamo, partendo dall’esperienza formativa dei soci lavoratori e ispirandoci al “metodo Manenti” ma non solo.

I punti fondamentali che cerchiamo di seguire sono:

Effettuiamo tutte le operazioni cercando di tener presente le condizioni ideali del suolo. Facciamo particolare attenzione alla “tempera” del terreno, cioè al momento in cui la quantità di umidità è tale da farlo sgretolare il più finemente possibile, senza che si alteri la sua struttura. Abbiamo scelto di usare un trattore cingolato (Fiat 605C Super) che ci permette, grazie all’estensione della superficie di appoggio, di schiacciare il meno possibile il terreno.

I campi sono organizzati in aiuole di 60 cm con dei camminamenti di 20cm.

Questo sistema ci permette di effettuare tutte le operazioni necessarie senza schiacciare il terreno adiacente alle radici, così da lasciarlo morbido e soffice.

In queste aiuole mettiamo  le colture, o in monofila o in doppia fila, in base allo sviluppo delle piante.

L’irrigazione  viene effettuata attraverso tubi e manichette microforate che portano acqua puntuale alle piante, evitando sprechi.

La presenza di erbe spontanee sui nostri campi è importantissima, ma dobbiamo fare in modo che non sovrastino le colture, quindi cerchiamo di controllarne lo sviluppo facendo delle operazioni di diserbo manuale sulle aiuole. Nei camminamenti passiamo una piccola fresetta.

A colture grandi e ben sviluppate controlliamo il tutto con il decespugliatore lasciando che gradualmente le erbe coprano la maggior parte del terreno.